lunedì 20 ottobre 2014

La pazienza in un tempo che vien pazientando.


Era solo sabato mattina, quando leggendo il mio libro del momento, venivo invitata in maniera quasi forzata (là dove il termine letteralmente vuol farvi immaginare una forza oscura che si impossessa di me, o quanto meno della mia mente) , a comprendere visceralmente il concetto di pazienza. Io che di pazienza non ne ho mai e non ne ho mai avuta, in questi anni mi sono sorpresa abbastanza notando miglioramenti. Ma senza mai comprendere a fondo. Il "Trattatello sulla Pazienza" invece, magistralmente raccontatomi da Gian Paolo Bonani il quale ha scritto con una struttura artistica da fare invidia, l'opera Vino e Seduzione, è una poetica narrazione e senz'altro seducente del concetto di pazienza legato in particolare modo alle fasi del pregiato succo d'uva, il quale senza questo particolare ed impercettibile (anche al naso del miglior "testatore") ingrediente, non ci farebbe sognare incantando le nostre papille gustative. Ebbene <<l'etichetta sulla bottiglia può essere guardata come un quadro che racconta sempre una storia di attese feconde e produttive. Il luogo di provenienza citato sull'etichetta narra di un trasporto e di un viaggio[...]. L'attesa di quelle bottiglie un tempo era spasmodica.>>
Dire "un tempo" è una definizione che lascia libero l'arbitrio. E' una qualsiasi frazione temporale, che può essere ieri, oggi un'ora fa, dieci anni fa....chi può stabilirlo...? Un tempo, anche io sono stata impaziente e sono impaziente ora, un minuto fa, e tra due ore. Avrei potuto con impazienza scrivere cosa accadeva, la motivazione di un silenzio così lungo. Invece taciuto "qualche tempo" qui, dinanzi allo schermo che proiettava un foglio virtuale bianco.
Il fatto è, per chi approda qui adesso o per rinfrescare la memoria, che c'è stato un viaggio : <<Un viaggio, talmente lungo e periglioso da render necessaria talvolta la fortificazione del vino con alcol e nettare aggiunto.>> E io ho necessitato come il vino di una fortificazione, arricchendomi dei significati delle avventure vissute durante il mio lungo e "periglioso" viaggio. 
Ho pazientato il tempo necessario per capire di nuovo chi ero, e ora che ne ho una vaga idea, avevo bisogno di scrivere nero su bianco, e riprendere il contatto con le cose che, nonostante tutto, restano le cose che amo. Come il mio blog.


<<L'attesa, in tutte le arti, crea il gusto.>>

Ho atteso per ritrovare voi, perchè bisognava avere qualcosa da dire.
Ho scelto un paragone, un modo (spero) poco noioso, cercando di evitare tragedie greco romane, trattati infiniti di scuse che non ho e che non voglio trovare, con annesse giustificazioni che non ho e non voglio trovare; per dire che se vorrete ancora leggermi sono qua, o volendo potrete scegliere invece ( e saggiamente), di leggere il meraviglioso libro citato. E il vostro tempo qui, specialmente in tal caso, non sarà stato certamente "sprecato" .